Un nuovo scenario per il turismo?
Come saranno i turisti del futuro? Esisterà una maggiore consapevolezza riguardo la “cultura ambientale” e la sua sostenibilità? Per questo, si è aperto un nuovo scenario in cui si darà spazio a tali caratteristiche, in un’ottica che vede le comunità locali, veri attori del territorio, sempre più protagonisti e in grado di attirare un maggiore flusso di turisti interessati a vivere a 360 gradi le proprie esperienze di viaggio.
Le previsioni per il 2030: il dibattito alla Green Week di Trento
In un’epoca in cui si è totalmente sopraffatti dagli impegni lavorativi e familiari, in cui non è sempre possibile concedersi del tempo per un viaggio rilassante, si è fatto strada il così detto “turismo mordi e fuggi”, la cui diffusione è rafforzata dai pacchetti low-cost e offerte super economiche, che diciamolo, non fanno che acuire lo stress del turista, il quale, in pochi giorni, corre all’impazzata per vedere il più possibile, ma senza in realtà, godersi praticamente nulla. Ma che tipo di turisti saremo nel 2030? Questo è stato il centro del dibattito scaturito dal libro Età dell’erranza (2018), del prof. Domenico De Masi, durante l’evento Green Week Festival di Torino (23 febbraio – 3 marzo 2019), durante è stata delineata un’interessante analisi dello scenario turistico nei prossimi anni. Il prof. De Masi ha individuato tre macro-categorie di turisti, che potrebbero decidere lo sviluppo e l’andamento futuro del settore: il turismo di massa, il turismo familiare, il turismo luxury. Ognuno di loro ha sviluppato nel corso del tempo dei tratti facilmente distinguibili, o al contrario, come nella tipologia “luxury”, li ha modificati, alla ricerca di qualcosa di più della semplice vacanza.
Un nuovo scenario per il turismo?
Come saranno i turisti del futuro? Esisterà una maggiore consapevolezza riguardo la “cultura ambientale” e la sua sostenibilità? Per questo, si è aperto un nuovo scenario in cui si darà spazio a tali caratteristiche, in un’ottica che vede le comunità locali, veri attori del territorio, sempre più protagonisti e in grado di attirare un maggiore flusso di turisti interessati a vivere a 360 gradi le proprie esperienze di viaggio.
Le previsioni per il 2030: il dibattito alla Green Week di Trento
In un’epoca in cui si è totalmente sopraffatti dagli impegni lavorativi e familiari, in cui non è sempre possibile concedersi del tempo per un viaggio rilassante, si è fatto strada il così detto “turismo mordi e fuggi”, la cui diffusione è rafforzata dai pacchetti low-cost e offerte super economiche, che diciamolo, non fanno che acuire lo stress del turista, il quale, in pochi giorni, corre all’impazzata per vedere il più possibile, ma senza in realtà, godersi praticamente nulla. Ma che tipo di turisti saremo nel 2030? Questo è stato il centro del dibattito scaturito dal libro Età dell’erranza (2018), del prof. Domenico De Masi, durante l’evento Green Week Festival di Torino (23 febbraio – 3 marzo 2019), durante è stata delineata un’interessante analisi dello scenario turistico nei prossimi anni. Il prof. De Masi ha individuato tre macro-categorie di turisti, che potrebbero decidere lo sviluppo e l’andamento futuro del settore: il turismo di massa, il turismo familiare, il turismo luxury. Ognuno di loro ha sviluppato nel corso del tempo dei tratti facilmente distinguibili, o al contrario, come nella tipologia “luxury”, li ha modificati, alla ricerca di qualcosa di più della semplice vacanza.
Il “turismo esperienziale”
Ad oggi, si è sviluppato un particolare fenomeno, anche detto del “turismo esperienziale”, basato sulla ricerca di particolari esperienze emozionali: una passeggiata in un Borgo antico, una visita in un museo folcloristico, o una sagra di paese, alla scoperta della gastronomia tipica. Il turista in questo caso, non vuole “invadere” il territorio, ma godere della sua tranquillità, creando da solo la propria “esperienza di viaggio”. Per questo motivo, il Prof. De Masi, ha definito il turismo del futuro come “customizzato”, sempre più esperienziale, etico e sostenibile. Per raggiungere queste caratteristiche, c’è bisogno di mettere in rilievo le comunità locali e le loro organizzazioni, valorizzando le risorse del territorio, in modo da poter conciliare le richieste ed esigenze di chi viaggia e la tutela degli ambienti visitati.
Fonte:
Il “turismo esperienziale”
Ad oggi, si è sviluppato un particolare fenomeno, anche detto del “turismo esperienziale”, basato sulla ricerca di particolari esperienze emozionali: una passeggiata in un Borgo antico, una visita in un museo folcloristico, o una sagra di paese, alla scoperta della gastronomia tipica. Il turista in questo caso, non vuole “invadere” il territorio, ma godere della sua tranquillità, creando da solo la propria “esperienza di viaggio”. Per questo motivo, il Prof. De Masi, ha definito il turismo del futuro come “customizzato”, sempre più esperienziale, etico e sostenibile. Per raggiungere queste caratteristiche, c’è bisogno di mettere in rilievo le comunità locali e le loro organizzazioni, valorizzando le risorse del territorio, in modo da poter conciliare le richieste ed esigenze di chi viaggia e la tutela degli ambienti visitati.
Fonte: