Dal tumulto dei Ciompi a Michelangelo, da Savonarola ai Macchiaioli, da Dostoevskij a Dino Campana e a Don Milani, dagli uomini e le donne della Resistenza agli Angeli del fango, a dimostrazione che Firenze non è solo “la Disneyland del Rinascimento”: in ogni suo angolo è viva la memoria di una città aperta e solidale, patria dei movimenti, capitale del pacifismo, luogo d’incontro e di dialogo tra i popoli e le religioni.
Su Loquis è arrivata da pochi giorni “Firenze Ribelle”, una guida per scoprire la vera anima di Firenze e dei suoi orgogliosi abitanti.
Abbiamo intervistato Riccardo Michelucci, giornalista fiorentino che ha lavorato a lungo nell’emittente del network di Radio Popolare e scritto per riviste e quotidiani tra cui “Diario”, “il venerdì”, “D di Repubblica”, “il manifesto” e “l’Unità”.
Riccardo è anche autore del libro “Firenze Ribelle” edito da Voland Edizioni, che ci ha raccontato qualche curiosità in più.
- Ciao Riccardo! Prima domanda: cosa ti ha spinto a scrivere “Firenze Ribelle”?
Scrivere questo libro è stato principalmente un modo per ‘riappropriarmi’ della mia città dopo un lungo periodo in cui avevo lavorato fuori città, perdendo un po’ il contatto con tutta la bellezza di Firenze. E non parlo della bellezza artistica e monumentale ben nota a tutti, ma di quella che emerge dalla sua storia, in particolare dalla storia di alcuni suoi illustri abitanti e cittadini, che hanno contribuito a rendere Firenze un luogo di utopie e di battaglie per un mondo più giusto. Inoltre mi affascinava l’idea di mettere insieme una serie di vicende che avevo conosciuto quando lavoravo come cronista in città, e approfondirne di nuove. - Qual è la storia della tua città che ti ha più emozionato?
Ce ne sono parecchie. Sono sicuramente affezionato ad alcuni degli episodi e delle storie che ho visto con i miei occhi, seguendole personalmente in anni recenti. Penso per esempio alla ‘marcia dei professori’ e al Social forum europeo, entrambe del 2002. Ma nel corso della ricerca mi sono imbattuto in storie del passato che non potevo non amare. In particolare le vicende legate alla Resistenza, alcune delle quali le conoscevo, mentre altre sono state una vera e propria scoperta anche per me. E ancora, le storie legate all’arte: quella dei Manieristi, di Artemisia Gentileschi e quella più recente dei Macchiaioli. - Progetti per il futuro? Hai qualche libro in cantiere?
Dopo la Guida su Firenze mi sono dedicato soprattutto alle traduzioni letterarie ma ho in cantiere altri lavori, anche se al momento sono ancora troppo allo stato embrionale per essere anticipati. Posso dirvi solo che non si tratta di libri dedicati a Firenze, né ad altre città italiane.
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Team Loquis