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Monumenti Aperti 2019 – Radici al Futuro

Monumenti Aperti 2019 – Radici al Futuro

Monumenti Aperti: raccontare il patrimonio culturale

 

La storia di questa manifestazione, nata a Cagliari nel 1997, grazie all’iniziativa dell’ “Associazione Ipogeo” e a seguire, di “Imago Mundi”, vede nel 2001 la sua prima edizione “allargata” alla quale, oltre al capoluogo, parteciparono ufficialmente anche Alghero, Capoterra e Sanluri.  Ad oggi sono 153 i comuni che almeno una volta hanno preso parte a Monumenti Aperti in Sardegna e nel resto d’Italia.

Ci si interroga sulle diverse generazioni (e la loro interazione) e la formazione di una ferma consapevolezza di essere custodi e fruitori del patrimonio culturale. Quel patrimonio materiale e immateriale che la manifestazione “Monumenti Aperti” ha raccontato negli ultimi vent’anni e che deve essere ri-raccontato adattando la narrazione ai diversi tempi che l’evoluzione tecnologica, formativa, economica e, in generale, umana ha portato alla luce nel percorso di crescita sociale.

 

 

Monumenti Aperti: raccontare il patrimonio culturale

 

La storia di questa manifestazione, nata a Cagliari nel 1997, grazie all’iniziativa dell’ “Associazione Ipogeo” e a seguire, di “Imago Mundi”, vede nel 2001 la sua prima edizione “allargata” alla quale, oltre al capoluogo, parteciparono ufficialmente anche Alghero, Capoterra e Sanluri.  Ad oggi sono 153 i comuni che almeno una volta hanno preso parte a Monumenti Aperti in Sardegna e nel resto d’Italia.

Ci si interroga sulle diverse generazioni (e la loro interazione) e la formazione di una ferma consapevolezza di essere custodi e fruitori del patrimonio culturale. Quel patrimonio materiale e immateriale che la manifestazione “Monumenti Aperti” ha raccontato negli ultimi vent’anni e che deve essere ri-raccontato adattando la narrazione ai diversi tempi che l’evoluzione tecnologica, formativa, economica e, in generale, umana ha portato alla luce nel percorso di crescita sociale.

 

 

Monumenti Aperti: raccontare il patrimonio culturale

 

La storia di questa manifestazione, nata a Cagliari nel 1997, grazie all’iniziativa dell’ “Associazione Ipogeo” e a seguire, di “Imago Mundi”, vede nel 2001 la sua prima edizione “allargata” alla quale, oltre al capoluogo, parteciparono ufficialmente anche Alghero, Capoterra e Sanluri.  Ad oggi sono 153 i comuni che almeno una volta hanno preso parte a Monumenti Aperti in Sardegna e nel resto d’Italia.

Ci si interroga sulle diverse generazioni (e la loro interazione) e la formazione di una ferma consapevolezza di essere custodi e fruitori del patrimonio culturale. Quel patrimonio materiale e immateriale che la manifestazione “Monumenti Aperti” ha raccontato negli ultimi vent’anni e che deve essere ri-raccontato adattando la narrazione ai diversi tempi che l’evoluzione tecnologica, formativa, economica e, in generale, umana ha portato alla luce nel percorso di crescita sociale.

 

 

Il tema

 

Per questa ventitreesima edizione, salutata dal patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del MIBAC, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, sono complessivamente 73 le amministrazioni coinvolte, 62 in Sardegna e 11 nella Penisola.  La manifestazione è partita a Bauladu, Bosa, Tula e Uta il 27 aprile e si chiuderà nei giorni 9 e 10 novembre in Puglia nei comuni di Terlizzi, Modugno e Palo del Colle.

Il tema di Monumenti Aperti 2019 è Radici al futuro, ovvero ciò che ci appartiene come storia e su cui poggia il domani delle comunità. Trae ispirazione dalle politiche europee, tese a valorizzare l’intero patrimonio culturale tangibile, intangibile e digitale, accessibile e inclusivo. Radici al futuro ne rilancia la visione come strumento per favorire il senso di appartenenza alla comunità locale, come dialogo tra le generazioni, dando valore al confronto e all’arricchimento reciproco.

Il fine ultimo è affidare ai giovani il duplice ruolo di custodi della conoscenza e di attivatori delle opportunità future. Il patrimonio culturale diventa fonte continua di apprendimento e di ispirazione, e la base di una cittadinanza attiva e responsabile.

 

Il tema

 

Per questa ventitreesima edizione, salutata dal patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del MIBAC, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, sono complessivamente 73 le amministrazioni coinvolte, 62 in Sardegna e 11 nella Penisola.  La manifestazione è partita a Bauladu, Bosa, Tula e Uta il 27 aprile e si chiuderà nei giorni 9 e 10 novembre in Puglia nei comuni di Terlizzi, Modugno e Palo del Colle.

Il tema di Monumenti Aperti 2019 è Radici al futuro, ovvero ciò che ci appartiene come storia e su cui poggia il domani delle comunità. Trae ispirazione dalle politiche europee, tese a valorizzare l’intero patrimonio culturale tangibile, intangibile e digitale, accessibile e inclusivo. Radici al futuro ne rilancia la visione come strumento per favorire il senso di appartenenza alla comunità locale, come dialogo tra le generazioni, dando valore al confronto e all’arricchimento reciproco.

Il fine ultimo è affidare ai giovani il duplice ruolo di custodi della conoscenza e di attivatori delle opportunità future. Il patrimonio culturale diventa fonte continua di apprendimento e di ispirazione, e la base di una cittadinanza attiva e responsabile.

 

 

Il patrimonio sardo: un grande amore per la cultura

62 sono i comuni sardi che già dal 27 aprile dedicano la loro attenzione a “Monumenti Aperti”: sette in totale i fine settimana (27 aprile – 9 giugno), durante i quali 800 luoghi della cultura saranno aperti e raccontati da almeno 20.000 volontari, in massima parte studenti provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado. Saranno interessate dalla manifestazione amministrazioni comunali sia della Città Metropolitana di Cagliari che delle province storiche: 31 i comuni della Provincia del Sud Sardegna, 8 della Provincia di Oristano, 12 della Provincia di Sassari e 2 in quella di Nuoro. Sono infine 9 i comuni che ricadono nella Città Metropolitana di Cagliari; 12 (cinque in più rispetto alla scorsa edizione) le amministrazioni che per la prima volta aderiscono alla manifestazione in terra sarda: Ales, Assolo, Decimoputzu, Genuri, Muravera, Neoneli, Siliqua, Tertenia, Tula, Vallermosa, Villaputzu e Villaspeciosa.

Fra i siti aperti segnaliamo: la chiesa di Santa Maria di Uta, meraviglioso esempio di architettura romanica in Sardegna, il Castello Malaspina a Bosa, la Cattedrale e la casa natale di Gramsci ad Ales, l’area archeologica di Nora, l’Argentiera – Museo della Miniera a Sassari, uno dei maggiori esempi di archeologia mineraria della Sardegna, la Chiesa di San Lorenzo di Porto Rotondo e la Torre della Quarta Regia in località Sa Scafa, a Cagliari.

 

Progetti di interazione – Viva Voce e Loquis

 

 Sperimentato su Cagliari lo scorso anno viene ora riproposto su base nazionale Viva Voce – racconta la tua città.

Con questo progetto, curato da Cristina Marras e Giuseppe Murru in collaborazione con RadioX, si vuole costruire una mappa dei monumenti e dei luoghi d’Italia con le voci dei cittadini, che potranno inviare un messaggio WhatsApp di massimo 50 secondi al numero telefonico 348 314 6896, descrivendo il proprio legame a un luogo o a un monumento. Il racconto come elemento di coesione del “popolo” di Monumenti Aperti.

Dall’incontro di Cristina Marras con la nostra app, avvenuto grazie a Carlo Infante (Urban Experience ), nasce Caccia all’Uomo (Manhunt nella versione inglese) e subito dopo, Loquis diventa elemento partecipativo della manifestazione.  Al momento, nel canale ufficiale Monumenti Aperti è presente un percorso di 30 passi nelle vie cittadine, creato grazie ai contributi mandati dalla gente comune a VivaVoce, che attualmente ha riscosso notevole successo.

Per questo motivo vi invitiamo a dare il vostro contributo per costruire e arricchire l’archivio delle voci del popolo di Monumenti Aperti, con i vostri messaggi. Con l’app di Loquis, sarà possibile creare itinerari cittadini in cui a guidare i visitatori saranno proprio le vostre voci!

Open House Roma 2019: più di 200 tra edifici ed eventi con accesso gratuito

Open House Roma 2019: più di 200 tra edifici ed eventi con accesso gratuito

“Open House Roma”: l’idea

 

Se non hai mai sentito parlare di “Open House Roma”, questo è il momento giusto per saperne di più! Si tratta di un evento annuale che in un solo weekend consente l’apertura gratuita di centinaia di edifici della Capitale, dalle particolari caratteristiche architettoniche e per questo, degni di nota. 

“Open House Roma” fa parte del network Open House Worldwide, un’organizzazione internazionale con sede centrale a Londra. Questo progetto nasce già nel 1992, affermandosi poi in Europa, Nord e Sud America, Medio Oriente, Australia e Africa, grazie al formidabile successo di pubblico. 

 

 

Il progetto

 

Open House Roma vuole raccontare le storie e le idee che rendono speciali alcuni luoghi della Capitale. Per questo motivo, è nato il progetto “Rooms”. Rooms vuole indagare sui principi, ispirati dalla cultura classica, e le qualità che ogni architettura deve possedere: Firmitas (solidità) e Venustas (bellezza) e Utilitas, che è anche il tema del 2019.

Indagare il rapporto tra le architetture e la loro “utilità” infatti, significa anche interrogarsi su quanto gli spazi siano in grado di trasformarsi nel tempo per rispondere ai bisogni in continuo mutamento.

 

Loquis e Open House Roma 2019

 

 

Curioso di ammirare edifici strabilianti, affascinanti e inaccessibili durante il resto dell’anno? Unisci la tua passione per l’arte, il design e gli eventi romani, e organizza il tuo weekend con Open House e Loquis.

Loquis è infatti da quest’anno, l’unica app ufficiale dell’evento: tutti gli appuntamenti, accuratamente geolocalizzati, in un unico canale che ti racconta e ti indica i luoghi dove si svolge Open House!

Indossa le tue cuffie e percorri la strada dell’innovazione con noi!

 

 

11 e 12 Maggio 2019 – Open House Roma nasce dall’idea di un gruppo di architetti e comunicatori orientati all’innovazione socio-culturale. È un evento annuale che in un solo weekend celebra il design e l’architettura nella Capitale. Circa 200 siti di qualunque epoca, vengono aperti al pubblico attraverso visite guidate gratuite.

Dottori di ricerca, architetti, operatori culturali, artisti e comunicatori digitali, tutti esperti e professionisti nel settore dei beni culturali, che si riconoscono in un progetto fondato sul concetto di bene comune come motore propulsivo di una nuova economia che metta al centro l’ambiente, la cultura e la comunità.

Con Loquis e Open House Roma 2019, puoi vivere a 360° questa visione ed essere parte di qualcosa di davvero straordinario. Un nuovo modo di sostenere l’arte, i beni culturali e la TUA CITTA’.

Ulteriori info? Clicca qui per approfondire: Programma Open House

11 e 12 Maggio 2019 – Open House Roma nasce dall’idea di un gruppo di architetti e comunicatori orientati all’innovazione socio-culturale. È un evento annuale che in un solo weekend celebra il design e l’architettura nella Capitale. Circa 200 siti di qualunque epoca, vengono aperti al pubblico attraverso visite guidate gratuite.

Dottori di ricerca, architetti, operatori culturali, artisti e comunicatori digitali, tutti esperti e professionisti nel settore dei beni culturali, che si riconoscono in un progetto fondato sul concetto di bene comune come motore propulsivo di una nuova economia che metta al centro l’ambiente, la cultura e la comunità.

Con Loquis e Open House Roma 2019, puoi vivere a 360° questa visione ed essere parte di qualcosa di davvero straordinario. Un nuovo modo di sostenere l’arte, i beni culturali e la TUA CITTA’.

Ulteriori info? Clicca qui per approfondire: Programma Open House

Nuovi scenari: la diffusione del turismo “esperienziale”

Nuovi scenari: la diffusione del turismo “esperienziale”

Un nuovo scenario per il turismo?

Come saranno i turisti del futuro? Esisterà una maggiore consapevolezza riguardo la “cultura ambientale” e la sua sostenibilità? Per questo, si è aperto un nuovo scenario in cui si darà spazio a tali caratteristiche, in un’ottica che vede le comunità locali, veri attori del territorio, sempre più protagonisti e in grado di attirare un maggiore flusso di turisti interessati a vivere a 360 gradi le proprie esperienze di viaggio.

Le previsioni per il 2030: il dibattito alla Green Week di Trento

In un’epoca in cui si è totalmente sopraffatti dagli impegni lavorativi e familiari, in cui non è sempre possibile concedersi del tempo per un viaggio rilassante, si è fatto strada il così detto “turismo mordi e fuggi”, la cui diffusione è rafforzata dai pacchetti low-cost e offerte super economiche, che diciamolo, non fanno che acuire lo stress del turista, il quale, in pochi giorni, corre all’impazzata per vedere il più possibile, ma senza in realtà, godersi praticamente nulla. Ma che tipo di turisti saremo nel 2030? Questo è stato il centro del dibattito scaturito dal libro Età dell’erranza (2018), del prof. Domenico De Masi, durante l’evento Green Week Festival di Torino (23 febbraio – 3 marzo 2019), durante è stata delineata un’interessante analisi dello scenario turistico nei prossimi anni. Il prof. De Masi ha individuato tre macro-categorie di turisti, che potrebbero decidere lo sviluppo e l’andamento futuro del settore: il turismo di massa, il turismo familiare, il turismo luxury. Ognuno di loro ha sviluppato nel corso del tempo dei tratti facilmente distinguibili, o al contrario, come nella tipologia “luxury”, li ha modificati, alla ricerca di qualcosa di più della semplice vacanza. 

 

Un nuovo scenario per il turismo?

Come saranno i turisti del futuro? Esisterà una maggiore consapevolezza riguardo la “cultura ambientale” e la sua sostenibilità? Per questo, si è aperto un nuovo scenario in cui si darà spazio a tali caratteristiche, in un’ottica che vede le comunità locali, veri attori del territorio, sempre più protagonisti e in grado di attirare un maggiore flusso di turisti interessati a vivere a 360 gradi le proprie esperienze di viaggio.

Le previsioni per il 2030: il dibattito alla Green Week di Trento

In un’epoca in cui si è totalmente sopraffatti dagli impegni lavorativi e familiari, in cui non è sempre possibile concedersi del tempo per un viaggio rilassante, si è fatto strada il così detto “turismo mordi e fuggi”, la cui diffusione è rafforzata dai pacchetti low-cost e offerte super economiche, che diciamolo, non fanno che acuire lo stress del turista, il quale, in pochi giorni, corre all’impazzata per vedere il più possibile, ma senza in realtà, godersi praticamente nulla. Ma che tipo di turisti saremo nel 2030? Questo è stato il centro del dibattito scaturito dal libro Età dell’erranza (2018), del prof. Domenico De Masi, durante l’evento Green Week Festival di Torino (23 febbraio – 3 marzo 2019), durante è stata delineata un’interessante analisi dello scenario turistico nei prossimi anni. Il prof. De Masi ha individuato tre macro-categorie di turisti, che potrebbero decidere lo sviluppo e l’andamento futuro del settore: il turismo di massa, il turismo familiare, il turismo luxury. Ognuno di loro ha sviluppato nel corso del tempo dei tratti facilmente distinguibili, o al contrario, come nella tipologia “luxury”, li ha modificati, alla ricerca di qualcosa di più della semplice vacanza. 

 

Il “turismo esperienziale”

Ad oggi, si è sviluppato un particolare fenomeno, anche detto del “turismo esperienziale”, basato sulla ricerca di particolari esperienze emozionali: una passeggiata in un Borgo antico, una visita in un museo folcloristico, o una sagra di paese, alla scoperta della gastronomia tipica. Il turista in questo caso, non vuole “invadere” il territorio, ma godere della sua tranquillità, creando da solo la propria “esperienza di viaggio”. Per questo motivo, il Prof. De Masi, ha definito il turismo del futuro come “customizzato”, sempre più esperienziale, etico e sostenibile. Per raggiungere queste caratteristiche, c’è bisogno di mettere in rilievo le comunità locali e le loro organizzazioni, valorizzando le risorse del territorio, in modo da poter conciliare le richieste ed esigenze di chi viaggia e la tutela degli ambienti visitati.

 

 

 

Fonte:

Ecobnb

Green Week Festival

Il “turismo esperienziale”

Ad oggi, si è sviluppato un particolare fenomeno, anche detto del “turismo esperienziale”, basato sulla ricerca di particolari esperienze emozionali: una passeggiata in un Borgo antico, una visita in un museo folcloristico, o una sagra di paese, alla scoperta della gastronomia tipica. Il turista in questo caso, non vuole “invadere” il territorio, ma godere della sua tranquillità, creando da solo la propria “esperienza di viaggio”. Per questo motivo, il Prof. De Masi, ha definito il turismo del futuro come “customizzato”, sempre più esperienziale, etico e sostenibile. Per raggiungere queste caratteristiche, c’è bisogno di mettere in rilievo le comunità locali e le loro organizzazioni, valorizzando le risorse del territorio, in modo da poter conciliare le richieste ed esigenze di chi viaggia e la tutela degli ambienti visitati.

 

 

 

Fonte:

Ecobnb

Green Week Festival