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Giorno della Memoria: scopri Pietre d’Inciampo e Urban Experience

Giorno della Memoria: scopri Pietre d’Inciampo e Urban Experience

In tutto il mondo il 27 gennaio, Giorno della Memoria, si commemorano le vittime dell’Olocausto.
Anche noi di Loquis vogliamo fare la nostra parte, ricordando con emozione un momento drammatico della storia contemporanea che tocca tutti noi. Per farlo abbiamo scelto una strada che riteniamo essere forte e d’impatto: la storia nascosta dietro le Pietre d’Inciampo – forti, tra l’altro, della collaborazione con Urban Experience e Carlo Infante.

Le Pietre d’Inciampo sono un’iniziativa promossa per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti.
In Loquis, grazie all’esperienza di Urban Experience, parliamo di questo delicato tema: potete immergervi nelle storie e ascoltare il canale cliccando qui.

Ma c’è di più: in occasione del Giorno della Memoria, domenica 26 alle ore 15 dai Giardini di Piazza Ragusa parte il walkabout “I Paesaggi Umani della II Guerra”.

Come spiega lo stesso Carlo “il focus tematico è i “Paesaggi Umani della II Guerra” – ponendo l’attenzione sul fatto che un paesaggio non è solo naturale (fatto di boschi e fiumi) o urbano (fatto di architetture e strade) ma umano (fatto di storie e relazioni sociali). Il tal senso tra le storie più importanti da rilevare ci sono quelle che riguardano la II Guerra Mondiale di cui permangono ancora vive (abbiamo ancora molti testimoni diretti da coinvolgere) e visibili le tracce di memoria, per via di ferite ancora non rimarginate come i rastrellamenti e i bombardamenti subiti.

Il percorso durerà circa 3 ore, il punto d’arrivo sarà presso la fermata metro di Metro A Porta Furba-Quadraro, comoda per tornare al punto di partenza, a Piazza Ragusa (vicina a fermata metro Ponte Lungo). Chi sarà presente?

Noi di Loquis stiamo creando una mappa audio delle Pietre d’Inciampo in tutta Italia. Per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti: mandaci anche tu la storia di una Pietra d’Inciampo all’indirizzo info@loquis.it.

Su Loquis sbarca Super, il Festival delle Periferie a Milano: l’Intervista

Su Loquis sbarca Super, il Festival delle Periferie a Milano: l’Intervista

Federica Verona da anni si occupa di periferie e di disagio abitativo e, insieme a un team eterogeneo di professionisti, ha ideato e fondato SUPER, il festival “lento” delle periferie a Milano, che oggi è anche diventato un canale di Loquis dedicato proprio al racconto di quei luoghi (lo puoi ascoltare cliccando qui!).
Abbiamo fatto qualche domanda a Federica, per capire appieno la sua storia e la storia di SUPER.

1) Di cosa parliamo quando parliamo di cittadinanza attiva e disagio abitativo?

La cittadinanza attiva è ciò che spesso anima i quartieri e lo fa dal basso, rispondendo con le proprie energie a dei bisogni pratici, immediati e concreti. Lo fa spesso indipendentemente dalle istituzioni e mettendo a disposizione il proprio tempo investendo in “capitale sociale”, con il solo premio di vedere realizzato il proprio progetto per la collettività. Il disagio abitativo invece avviene nel momento in cui non vi sono soluzioni adeguate in termini di diritto alla casa. Sono quelle situazioni in cui la mancanza di una dimensione abitativa adeguata determina una fatica dal punto di vista sociale. Il tema è molto ampio e difficile comunque da definire in due righe.

2) Cosa è SUPER e quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a farlo nascere?

SUPER – il Festival delle Periferie è un festival lento che nasce dall’associazione TumbTumb e, oltre a me, vede la presenza di un folto gruppo di professionisti della fotografia, dell’urbanistica, architettura, antropologia, design, geografia, sociologia. Il gruppo ha voluto mettere le proprie professionalità in discussione per provare a ribaltare lo stereotipo che vuole leggere le periferie, nei giornali e nelle campagne politiche, solo come luoghi del disagio e del degrado. Pur non negando le problematiche di alcuni quartieri in particolare, abbiamo però cercato di conoscere tutte quelle normalità straordinarie che si attivano, propongono progetti, preservano il proprio quartiere. Abbiamo così fatto 23 tour incontrando 160 realtà tra singoli individui, associazioni, gruppi informali. Le abbiamo richiamate per lavorare a 7 giornate di riflessione su macro temi incontrati durante il nostro percorso (la vita tra le case, risignificare regole e luoghi, il racconto dei racconti, il capitale sociale, essere grandi essere piccoli). Abbiamo realizzato 10 progetti autoritari che abbiamo messo in scena in una grande festa itinerante in ottobre 2018 e abbiamo realizzato 5 laboratori itineranti con 5 antenne locali per provare a dare risposta a questioni aperte in città. Il nostro compito è quello di dare voce e cercare di fare emergere temi e questioni inascoltate.

3) Il racconto del territorio può secondo te svolgere una funzione positiva per SUPER e per i progetti come il tuo?

Parlando di SUPER, sicuramente il racconto del territorio è prezioso: noi stessi proviamo a  raccontare quanto più possiamo, ma serve anche far ricadere in un progetto o un pensiero ciò che si  ascolta, altrimenti diventa storytelling, narrazione fine a se stessa. Il nostro compito invece è quello di ragionare su quanto impariamo grazie alle realtà che abbiamo in questi anni incontrato.

Ascolta il Canale Super – il Festival delle Periferie a Milano e facci sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto.
Vuoi dare vita anche tu ad un canale su Loquis? Inviaci una mail a info@loquis.com per sapere come fare!

 

Famelici arriva su Loquis: l’intervista

Famelici arriva su Loquis: l’intervista

Un nuovo, interessante Canale è stato lanciato su Loquis pochi giorni fa: si tratta di “Famelici”.
Famelici è un blog di contaminazioni ed esplorazioni. Quelle tra il cibo e il sociale, l’arte, la storia, l’attualità, la tecnologia e tutto ciò che è sulla tavola di ieri, oggi e domani.

Abbiamo intervistato Monica Viani, giornalista e co-founder di Famelici insieme a Fabrizio Bellavista. Ecco cosa ci ha raccontato…

Com’è nato Famelici?

Famelici è un food blog di contaminazioni e di esplorazioni tra cibo e cultura. Vi sento già dire:ancora cibo? Non si rischia la grande abbuffata?”. No,  se si cambia prospettiva. In Italia parlare di cibo vuol dire fare cultura. E noi di Famelici, un team composto da persone animate da una sana -ma a volte insana-  curiosità verso tutto ciò che è gusto, bellezza, piacere e cibo, abbiamo voluto dare vita a un food-cult-blogging collettivo per scrivere di cibo, arte, storia, attualità, socialità, tecnologia e tutto quello che è sulla tavola di ieri, oggi e domani. Noi siamo affamati di cultura, da qui il nostro claim: ‘Il miglior appetito è il desiderio!’. Abbiamo stilato un manifesto in cinque punti per descrivere ciò che è Famelici: un luogo virtuale dove parlare di cibo in modo originale, pensare in grande, scrivere in libertà, mescolare cultura e cibo per vedere se è proprio vero che si è ciò che si mangia; e per ultimo, ma per noi molto importante, sorridere, cioè produrre gioia contagiosa, lavorando. Abbiamo delle linee guida semplici, a cui abbiamo giurato fedeltà. Crediamo nella contaminazione, per raccontare sono necessari linguaggi, punti di vista e media diversi. Crediamo nell’equilibrio: non amiamo intransigenze, tabù, estremismi. Crediamo nella sostanza: per capire e raccontare questo mondo vogliamo scavare sotto la superficie, senza saperi esclusivi. Insomma il nostro invito è: “Stay hungy, stay foolish… siate famelici”.

Quali luoghi e quali sapori amate raccontare? 

Il principio che ci muove nella scelta dei luoghi e dei sapori è la fame di vero. Ci anima il desiderio di raccontare l’autenticità, di condividere il sapere ma anche le emozioni dei posti e dei piatti assaggiati. Vorremmo narrare le verità (tante perché le verità sono tante!), e vorremmo dialogare in modo costruttivo, non aggressivo, con i nostri lettori.

Come si diventa “cacciatori di storie”?

Siamo convinti che solo individui ‘famelici’  – alla ricerca di verità spontaneamente genuine e non ideologiche, aperte al mutamento in vista del loro miglioramento – possono creare nuove utopie e, di conseguenza, un mondo reale più felice e sano. Leggiamo molto, interroghiamo persone incontrate casualmente su treni, aerei, metro, nei bar, per strada. Raccogliamo i suggerimenti dei nostri lettori.

Il podcast, la narrazione orale, può dare forza al racconto?

Credendo fortemente nelle contaminazioni, penso che il podcast sia una meravigliosa occasione di dialogare con persone curiose che amano lasciarsi condurre nella scoperta di una città, di un borgo, di un’attrazione naturale. E’ bello leggere, ma è bello anche ascoltare la lettura di un testo. Si diventa spettatori attivi di un racconto che ti accompagna nel tuo viaggiare. La cultura coinvolge sempre tutti i sensi e le parole acquisiscono molto fascino quando conquistano un suono.

Scopri il canale Famelici cliccando qui.

Aspettiamo un tuo feedback,
Team Loquis