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Conosciuto in tutto il mondo, il “Trenino del Bernina” collega il capolinea italiano, Tirano, alla rinomata località svizzera dell’Engadina, St.Moritz.
Il Trenino Rosso, così soprannominato dal colore fiammante dei suoi vagoni, è un gioiello che appartiene alla Ferrovia Retica, e dal 2008 è diventato Patrimonio mondiale UNESCO.
Lungo un percorso mozzafiato il treno più alto d’Europa, noto anche come Bernina Express, scala le Alpi senza l’uso della cremagliera.
Le sue storie sono approdate ora anche su Loquis, in un canale interessante, ricco di curiosità e tradizione. Un viaggio tra luoghi meravigliosi, alla scoperta di arte, cultura ed enogastronomia.
Abbiamo intervistato Francesca Macoratti, Guida Turistica e autrice del canale “Happy Trenino Rosso”, che ci ha raccontato qualcosa in più su questo entusiasmante progetto…
1) Partiamo da una domanda semplice: cos’è il Trenino Rosso del Bernina? E perché è patrimonio UNESCO? 
Famoso in tutto il mondo, il “Trenino del Bernina” collega l’Italia alla Svizzera e rappresenta una meta d’eccellenza per il turismo lento su rotaia.
Il treno parte da Tirano (429 mslm), capolinea valtellinese in provincia di Sondrio e raggiunge la rinomata località svizzera dell’Engadina, St.Moritz (1775 mslm).
Il Trenino rosso, così soprannominato dal colore fiammante dei suoi vagoni, prende il nome dal monte Bernina, che con i suoi 4049 m è la montagna più alta del Canton Grigione e la quarta più elevata delle vette alpine.
Certamente è considerato un gioiello dell’ingegneria ferroviaria del XX secolo, se si pensa che scala le montagne senza l’ausilio della cremagliera.
La linea del Bernina dal 1944 appartiene alla svizzera Ferrovia Retica, ma la sua avventura inizia ben prima: nel luglio del 1910.
Lungo un percorso mozzafiato il treno tocca numerose stazione dove i viaggiatori possono sostare per visitare le singole località.Si va dai vigneti valtellinesi, ai ghiacciai e laghi alpini, per concludere con la bellezza incontaminata delle vallate dell’Engadina.
Dal 2008 è diventato Patrimonio mondiale UNESCO,  solo altre due ferrovie al mondo hanno lo stesso riconoscimento: la ferrovia austriaca del Semmering e quella di montagna dell’Himalaya.
Parlando di UNESCO si deve precisare che il riconoscimento riguarda la ferrovia retica nel paesaggio Albula/Bernina, ossia 122 km che collegano Thusis (via Albula) a Tirano (via Bernina), quindi un territorio più esteso dei 61 km della linea del Bernina.
L’UNESCO ha premiato il connubio tra natura, cultura e tecnologia. Lo ha anche ha definito  esempio straordinario di integrazione della ferrovia nel suo paesaggio di alta montagna. Alla base di quest’opera pionieristica ci fu una visione lungimirante unita all’innovazione tecnologica e alla tutela dell’ambiente.
Devi pensare che lungo l’intero tragitto il treno raggiunge e attraversa 19 comuni svizzeri, più Tirano in Italia, collegando aeree linguistiche tedesche, retoromanze  e italiane.
Inoltre supera 196 ponti e passa attraverso  55 tunnel – gallerie, la tratta del Bernina raggiunge il 70 per mille di pendenza presso il viadotto elicoidale di Brusio , pur essendo un treno ad aderenza naturale.
Il riconoscimento UNESCO  è un marchio molto ambito e difficile da ottenere. Consente a questo territorio di distinguersi quale attrattiva turistica, ma al contempo è  un’eredità vincolante. Una sorta di patto che prevede la continua salvaguardia di un paesaggio e la quotidiana manutenzione e conservazione di una costruzione che racchiude in se il sudore e le fatiche di molti operai. Per continuare a godere di tale riconoscimento quindi tutti devono fare la propria parte ed essere rispettosi dell’ambiente in primis.
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2) Qual è il periodo dell’anno migliore per un viaggio sul Trenino del Bernina?
Innanzitutto diciamo che l’esperienza a bordo del trenino rosso del Bernina è molto particolare in quanto  la meta del viaggio è il viaggio stesso.
Solitamente si pensa al treno come un mezzo di trasporto che ci porta da casa alla destinazione della nostra vacanza.
In questo caso, invece,  il tour in treno diventa il protagonista assoluto, a cui aggiungere la visita dei luoghi che attraversa.
Essendo in funzione tutti i giorni dell’anno è un tour che può essere svolto in qualsiasi periodo.
Come dico sempre, proprio per questo, si dovrebbe viverlo 4 volte nella vita, una per stagione.
Se escludiamo, potendo, i “ponti delle principali festività” che sono affollati, ogni occasione è buona, tutto sta a capire cosa si desidera vedere: la neve in inverno , la natura che rinasce in primavera, il verde dei prati fioriti dell’estate, i boschi tinteggiati dei tipici colori del foliage autunnale.
Insomma ce n’e davvero per tutti i gusti e per tutti i mesi.
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3) Quali sono gli elementi che rendono un viaggio sul Trenino Rosso un’esperienza indimenticabile?
Potrei stare ore a parlare delle emozioni che questo viaggio regala, ma non vorrei diventare logorroica.
Certamente il tour a bordo del trenino rosso del Bernina  è uno scrigno di sensazioni, è un viaggio attraverso i cinque sensi, difficile da dimenticare e facile da rifare più volte in una vita.
Lungo 60 chilometri e nell’arco di una giornata, grandi e piccini hanno la possibilità di VEDERE  paesaggi incantati.
Ci si lascia sopraffare dall’andamento slow e silenzioso del treno, mentre scala le montagne.
Solo in alcuni luoghi il silenzio è rotto dal suono delle cascate che si sente sporgendosi dal finestrino.
Per risponderti basta immaginare l’emozione che un bambino prova nel TOCCARE  la neve fresca, per costruire un pupazzo lungo un sentiero per ciaspole.
E poi, entrando in una delle rinomate “Konditorei” di St.Moritz, chi non si lascia rapire dalla dolcezza di una pralina artigianale di cioccolato svizzero, che si scioglie in bocca!
Per non scordare, infine, il profumo di vino che ti inebria entrando in una delle cantine vinicole di Tirano, nel cuore della Valtellina e capolinea italiano della ferrovia del Bernina!
Sono queste le emozioni che provo ogni volta che salgo a bordo del trenino e che cerco di trasmettere ai viaggiatori che vivono con me quest’avventura.
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4) Quale, fra tutti i luoghi toccati dal Trenino, è quello che hai maggiormente nel cuore?
Mi è difficile darti un’unica risposta.
Facendo la guida a bordo del trenino rosso dal 2011, ho potuto apprezzare parecchie sfaccettature di questo viaggio e dei luoghi che attraversa.
Forse il posto del cuore, quello che più di tutti mi da un senso di libertà, è  il Lago Bianco ad Ospizio Bernina, a 2253 mslm.
Il treno partito dai 429 m di Tirano si arrampica sulle Alpi Retiche, lentamente, per poi raggiungere la vetta,la stazione ferroviaria a cielo aperto più alta d’Europa.
Ti trovi, a seconda della stagione, davanti ad un lago dalle acque lattiginose, al cospetto del ghiacciaio Cambrena, che ricorda vagamente un paesaggio lunare dove la sola vegetazione che scorgi è quella di rododendri fuxia e dei muschi.
O ancora, a fine autunno hai dinnanzi un lago ghiacciato dalle tinte blu, che contrastano con il bianco della prima neve, mentre  il fiammante trenino rosso costeggia questa diga.
Non parliamo dell’inverno, quando tutto diventa bianco, che più bianco non si può!
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5) Il podcast, la narrazione orale, può contribuire a rendere il viaggio sul Trenino ancor più emozionante e coinvolgente?
Ritengo che ogni viaggio, ogni tour, più o meno impegnativo, se supportato da una “voce guida” goda di un valore aggiunto.
Il viaggio sul trenino rosso del Bernina ne è un esempio lampante.
Pensa a due ore e trenta a tratta di viaggio slow, seduto comodamente a guardare fuori dal finestrino….senza magari sapere ciò che quei paesaggi desiderano raccontarti.
Ovviamente puoi decidere di lasciarti rapire esclusivamente dalle immagini, ma quello stesso viaggio con un sottofondo coinvolgente ed esplicativo della voce di un professionista, regala un’esperienza davvero appagante.
Nel caso del podcast,  come anche per i loquis,  la voce degli speaker, perfetta, squillante e musicale,  incuriosisce l’ascoltatore facendo nascere in lui il desiderio di approfondire.
A questo punto, secondo me, subentra la professionalità di noi guide turistiche, in carne ed ossa, che hanno l’opportunità di affiancare la funzione didattica di una visita guidata all’empatia vera e propria con i viaggiatori che la ascoltano in quel momento.
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