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Cristina Marras: giornalista, linguista, traduttrice e appassionata di podcast. Dotata di una voce assolutamente coinvolgente, Cristina ha iniziato ad usare Loquis con il canale “Caccia all’Uomo”, una appassionante rincorsa tra luoghi segreti e aneddoti di Cagliari, ed è stata la voce di “Nonturismo – Sant’Elia”. In entrambi i casi la sua passione per il podcasting e la comunicazione ha dato vita ad un risultato strepitoso.

Abbiamo intervistato Cristina, che ci ha raccontato la sua esperienza su Loquis, la sua passione per storie e racconti e anche alcuni trucchi del mestiere.
  1. Ciao Cristina, giornalista, linguista, traduttrice e appassionata di podcast. Il tuo timbro coinvolge, cattura ed emoziona: come riesci a trasmettere le tue sensazioni con la voce, trasformando un testo scritto in un podcast? Insomma, come prepari un podcast? Vuoi svelarci qualche segreto?

Comincio scrivendo un copione vero e proprio, con margini rientrati e note di regia. Mi aiuta a pensare le scene come se facessero parte di una serie TV. Quando scrivo di solito lo faccio perché ho già in mente dove voglio arrivare. Infatti quando scrivo sembra quasi che stia componendo musica, non devo far altro che trascrivere la melodia che ho in mente. Con il testo scritto è facile, basta scrivere le parole e poi leggerle al microfono. Diventa più difficile con il suono, perché la mia formazione tecnica da giornalista radio non mi ha dato tutte le competenze necessarie per manipolare i suoni alla perfezione. In più sono terribilmente pigra da questo punto di vista: anziché imparare ad usare per bene un programma di sound editing, imparo a fare lo stretto necessario e poi continuo a cercare tutorial online ogni volta che rimango bloccata. Sono invece rigorosissima quando si tratta di ottenere l’effetto che ho in mente, e continuo a lavorare finché non ci arrivo, non importa se mi ci vogliono due ore per ottenere due secondi perfetti, così come li voglio io.

I start by writing a real script, with indented margins and direction notes. It helps me think about the scenes as if they were part of a TV show. When I write I usually do it because I already know where I want to go, and in fact when I write it almost feels like I’m composing music, all I have to do is transcribe the melody on paper. With written text it’s easy, just write the words and then read them on mic. It gets harder with sound, because my technical training as a radio journalist didn’t give me all the skills I need to manipulate sounds perfectly. And I’m pretty lazy with learning how to use sound editing programs: I learn the bare necessary and then I search online tutorials every time I get stuck. But I am really rigorous when it comes to recreate exactly the sound that I have in mind, and I keep working until I get there, no matter if it takes me two hours to get two perfect 2 seconds just the way I want them.

  1. Cristina, su Loquis hai creato e interpretato il canale “Nonturismo – Sant’Elia” e vissuto un’appassionante rincorsa nei vicoli di Cagliari in “Caccia all’Uomo”: com’è stata l’esperienza di creazione di un canale sulla nostra piattaforma?

Con Loquis è stato amore a prima vista. È stato il mio amico Carlo Infante, uche da 30 anni sperimenta nel mondo della comunicazione, a raccontarmi di questo nuovo progetto a cui stava lavorando con Bruno Pellegrini, e mi sono subito appassionata. Avevo già sperimentato un po’ quando  vivevo a Melbourne, stampando QRCodes collegati ad un file audio e attaccandoli dove sapevo che c’era gente annoiata costertta ad aspettare, come all’interno delle lavanderie a gettoni. Quando sono tornata a Cagliari, circa quattro anni fa, volevo portare avanti l’idea, ma invece di creare storie singole volevo raccontare una storia a puntate. E qui è arrivato Loquis. Ho iniziato a giocare con l’idea, insieme al mio partner Gianfranco Bitti, lui stesso ex giornalista con una conoscenza enciclopedica di tutte le storie più strane legate alla storia di Cagliari, e insieme abbiamo creato Caccia all’Uomo (o Manhunt nella sua versione inglese). È venuta fuori una caccia al tesoro in cui i luoghi sono più di un semplice sfondo, fanno parte integrante del racconto. Ricordo ancora la prima volta che abbiamo ascoltato Caccia all’Uomo sul posto, era incredibile sentirsi parte della storia. Questo è anche il commento più comune che ricevo dagli ascoltatori: è come vivere la storia dall’interno.

With Loquis it was love at first sight. I came across it through my friend Carlo Infante, a pioneer in new ways to communicate for over 30 year. Carlo told me about this new project he was working on with Bruno Pellegrini, and I was hooked immediately. I had already experimented a bit while living in Melbourne, printing QRCodes connected to an audio file and sticking them where I knew there were bored people, a captive audience, like inside the laundromats. When I moved back to Cagliari, about four years ago, I wanted to carry on the idea, but instead of creating single stories I wanted to serialise it. That’s when I discovered Loquis. I started playing with the idea, together with my partner Gianfranco Bitti, himself a former journalist with an encyclopaedic knowledge of all quirkiness related to the history of Cagliari, and together we created Manhunt (or Caccia all’Uomo in the Italian version). It’s a treasure hunt where places are more than just a background, they are characters of the story. I still remember the first time we listened to Manhunt on location, it was incredible to feel part of narration. This is also the most common comment I receive from listeners: it’s like living the narration from within.

  1. Nel canale “Nonturismo – Sant’Elia” conquisti l’ascoltatore raccontando Cagliari, la tua città. Quale posto hai più a cuore? Credi che il racconto orale di Sant’Elia riesca a conferire ancor più magia a quei luoghi?

Se in Caccia all’Uomo ho raccontato i luoghi della mia infanzia, con Sant’Elia mi sono trovata in un territorio inesplorato. Il progetto di Nonturismo Sant’Elia era già iniziato da un bel po’ quando Lorenzo Mori di Riverrun (curatore del volume Sant’Elia, il primo della serie di Nonturismo) mi ha chiesto se mi interessava creare alcuni podcast per un progetto che era insieme libro di ricette, guida turistica, narrazione orale e libro d’artista. Lorenzo fin dall’inizio mi aveva fatto capire che, sebbene avessi la più totale libertà creativa, non stava pensando a qualcosa che ′′spiegasse′′ o ′′accompagnasse′′ il testo. E nemmeno io. Sarebbe stato facile utilizzare le decine di ore di audio registrato raccolto tra gli abitanti di Sant’Elia per fare delle semplici interviste. Tutti e due volevamo qualcosa di diverso, di unico.  Eravamo d’accordo che le mie creazioni sarebbero state una sorta di realtà aumentata, un mondo parallelo in cui i personaggi del libro vivevano vita autonoma. Ho sperimentato molto, sia nel contenuto che nella forma. Il feedback costante di Lorenzo, con il suo background di drammaturgo, è stato fondamentale, e ogni pezzo è stato riscritto, registrato e ritoccato moltissime volte, fino ad ottenere per ciascuno l’effetto giusto. Volevo che tutte le tracce fossero in qualche modo collegate ma anche diverse, ogni ascolto doveva lasciare l’ascoltatore sorpreso.. La cosa divertente è che tutto è stato scritto e completato tra marzo e aprile, durante il lockdown. Non potevo andare fisicamente a Sant’Elia, quindi ho dovuto lavorare con mappe online ecc, per mettermi dentro il paesaggio e studiare il punto di vista della storia. Dalla pubblicazione del libro ho fatto tutto il percorso sul posto un paio di volte, e ogni volta mi vengono i brividi quando alla fine di ogni audio, continuo a sentire i suoni che  vengono dall’esterno, dove ci sono bambini che giocano veramente a calcio, e pescatori che parlano. Posso dire senza ombra di dubbio che le tracce di realtà audio ha aumentata che ho creato per Nonturismo Sant’Elia sono la cosa migliore che ho fatto finora.

While in Manhunt I told a story set in the places of my childhood, with Sant’Elia I was in uncharted territory. The project Nonturismo Sant ‘Elia was well underway when Lorenzo Mori (from Riverrun, curator of the Sant’Elia volume,  the first in the Nontourismo series) asked me if I was interested in creating some podcasts for a project that was together cookbook, travel guide, oral history and artist book. Lorenzo gave me complete artistic freedom, with just one limit: the audio were not to be a simple explanation of the text. It would have been easy for me to compile simple interviews just using the dozens of hours of recorded audio collected among the people of Sant’Elia but we both wanted something different, unique. We agreed that my creations would be a sort of augmented reality, a parallel world where the characters of the book took an independent life. I experimented a lot, both in content and form. Lorenzo’s constant feedback, with his background as a playwright, was essential, and each piece has been rewritten, recorded and finetuned many times, until the right effect was reached. I wanted all the tracks to be somehow connected but also different, each listening had to surprise the listener. The funny thing is that I wrote and produced everything between March and April, during the lockdown. I couldn’t physically go to Sant’Elia, so I had to work with online maps etc, to put myself inside the landscape and study the point of view on location. Since the publication of the book, I’ve listened to the entire series on site a few times, and every time I get chills when at the end of each audio, I keep hearing the sounds coming from the outside, where there are real children playing football, and real fishermen talking. I can say without a doubt that the audio augmented reality that I created for Nonturismo Sant ‘ Elia are the best thing that I have done so far.

  1. Cristina, quali pensi siano, in generale, i punti di forza del podcast per il racconto del territorio? Quali saranno, secondo te, le evoluzioni per il futuro di questo strumento?

Ammettiamolo, per ogni podcast interessante, nella forma o nel contenuto, ce ne sono centinaia che sembrano loro malgrado delle parodie. Quando mi avventuro fuori dalla lista dei miei preferiti, soprattutto quando cerco qualcosa di interessante in italiano, diventa difficile perché molte cose sono ancora scritte per la pagina, non per l’ascolto. La gente sta ancora scrivendo frasi lunghe e convolute, utilizzando effetti sonori didascalici e trascurando la qualità del suono. Quando sei abituato ad ascoltare cose come The Heart, il resto suona pieno di sbavature. Collegare suono e territorio offre grandi potenzialità, l’ho sperimentato e ho appena iniziato a esplorare tutte le possibilità offerte da Loquis. L ‘importante è essere disposti ad imparare una nuova grammatica del mezzo, osando di fare cose nuove, sperimentando. Sarebbe un vero peccato usare Loquis solo per leggere le pagine di Wikipedia.

Let’s face it, for every podcast that is interesting, in form or content, you have hundreds of unwilling parodies. When I venture outside my favorites, especially when I’m looking for something interesting in Italian, it becomes difficult because many things are still written for the page, not for listening. People are still writing long and convoluted phrases, using sound effects in an unimaginative way and neglecting sound quality. When you’re used to listening to things like The Heart, the rest can feel sloppy. Linking sound and location offers great potential, I’ve experienced it first hand and I only just started exploring all the possibilities offered by Loquis. The important thing is to be willing to learn a new grammar, daring to try new things. It would be really a shame to use Loquis just to read pages from Wikipedia.