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Le storie dei cittadini di Ussita, “deviazioni inedite raccontate dagli abitanti“; un viaggio tra conoscenza, autenticità ed emozioni della splendida terra tra i Monti Sibillini – che si sta ricostruendo dopo il sisma del 2016.
Su Loquis arriva “Ussita – Monti Sibillini”, la seconda guida della collana Nonturismo, curata da Sineglossa e realizzata con la la preziosa collaborazione di CASA. L’intera collana è curata da Sineglossa e riverrun ed edita da Ediciclo Editore.
La guida intreccia descrizione analitica dei 12 percorsi, storie di vita vissuta, aneddoti, inquadramento storico dei luoghi e visioni di un nuovo futuro.


Abbiamo intervistato Federico Bomba, curatore della collana Nonturismo e founder e CEO di Sineglossa.
Ecco cosa ci ha raccontato…

  1. Federico, founder e CEO di Sineglossa e curatore di Nonturismo. Nonturismo è la collana dedicata ai viaggiatori che al tour preconfezionato preferiscono l’incontro autentico con lo spirito di un luogo: dove è nata questa ambiziosa idea?

L’idea di Nonturismo nasce da una mia esperienza personale condivisa anche da Lorenzo Mori, Presidente di riverrun. Entrambi abbiamo sempre desiderato vivere i luoghi in maniera diversa rispetto alle modalità in cui questi vengono raccontati nelle guide tradizionali. Spesso non ci interessa andare a vedere i musei più prestigiosi, né fare una carrellata delle bellezze architettoniche o paesaggistiche che hanno ricevuto il punteggio più alto su TripAdvisor. A volte preferiamo bighellonare, gironzolare e perderci per poter scoprire qualcosa di maggiormente vicino alla quotidianità delle persone che quei posti li abitano. Abbiamo pensato che non fossimo i soli interessati a un’esperienza di questa natura. Parlando con i nostri amici e le persone più vicine a noi ci siamo resi conto che c’è una nicchia di viaggiatori (non così ristretta) attirata dall’idea di guide che non obbligano a rimanere spettatori passivi, ma che invece stimolano l’interazione con i luoghi e le persone che si incontrano. Così è nata l’idea delle guide nonturistiche, che rappresentano una rivoluzione copernicana rispetto ai loro contenuti, che non vengono prodotti da figure esperte, ma dagli abitanti delle comunità.

  1. Ussita – Monti Sibillini è già best-seller Ibs nella sua categoria di riferimento, quella dedicata ai libri che parlano di passeggiate, escursioni, trekking. Quali sono i punti di forza di questo nuovo volume?

La guida di Ussita racconta di un territorio che è stato sconvolto dai terremoti del 2016 e 2017, e quindi di un luogo sismico in perenne mutamento. Direi che il punto di forza di questa guida è proprio questo, la sua capacità di trasformarsi. Acquistando e utilizzando la guida si esploreranno percorsi in continua trasformazione. Abbiamo inoltre deciso di raccontare e far esplorare attraverso la narrazione anche le zone rosse, zone che sono state interdette al passaggio e che lo saranno ancora per chissà quanto tempo. Inoltre l’esperienza di Ussita attraversa anche le SAE, le strutture di accoglienza emergenziale; l’idea è quella di non spaventarsi, bensì di cogliere la visione di ciò che è immerso all’interno di un paesaggio straordinario e del mistero che avvolge i Monti Sibillini, rievocato anche dalle leggende della Sibilla. Insomma, non soffermarsi solo su aspetti di natura storico-culturale o naturalistica, ma farsi profondamente contaminare dal presente. La specificità è quella di avere a che fare con una guida sismica, in continua trasformazione. Questi itinerari sono a volte rappresentati da sentieri interrotti, da stradelli che portano fino ai balconi di una vecchia signora che ora abita in un container e con la quale si potrà facilmente entrare in relazione, per farsi raccontare quello che era prima e quello che spera sarà in futuro il posto in cui abita. Attraverso gli incontri con tutti gli abitanti abbiamo cercato di ipotizzare cosa avverrà dopo il sisma.

  1. Le storie degli abitanti di Ussita parlano di capacità di rinascita, adattamento, di storia e di ricordi. Cosa ti ha più emozionato delle loro storie e azioni?

Probabilmente i momenti di discussione più interessanti che si sono scatenati nel corso delle redazioni di comunità sono legati al tentativo di definire quello che è stato il periodo d’oro di Ussita, perché in questo momento di grande trasformazione si sta cercando, chiaramente, di capire come far ripartire l’economia. Per riuscirci si deve per prima cosa pensare alla struttura economica precedente. Grazie all’intervento dello storico dell’economia Augusto Ciuffetti, gli abitanti di Ussita hanno partecipato a due incontri per capire quali effettivamente fossero stati i periodi d’oro della zona. Ne sono emersi due: quello degli anni ‘50 (legato a un’economia agro-silvo-pastorale) e quello degli anni ‘80 e del boom economico legato alle piste da sci. Si tratta di due impostazioni molto diverse, che hanno portato a scontri tra gli abitanti e tra questi due modelli di pensiero. Si tratta di scontri ideologici, che devono essere conciliati. Il ruolo della redazione di comunità è quello di cercare una mediazione, una negoziazione tra desideri diversi per lo stesso territorio, affinché dimensioni economiche differenti possano sopravvivere. L’economia legata alle piste da sci aveva eliminato la dimensione agro-silvo-pastorale precedente, che ora invece sta riprendendo piede. Si assiste, in pratica, a quello che è già avvenuto nelle città, che AirBnb ha reso, gentrificandole, totalmente dominate dal turismo. Solo ora si inizia a pensare che tornare a far vivere degli abitanti long-term può essere un valore aggiunto per le città stesse.

  1. Nel canale su Loquis “Ussita – NonTurismo” si sentono le voci dei protagonisti che danno ancora più forza al racconto; cosa ti ha spinto a creare dei podcast e un canale dedicato al libro?

Personalmente, sono un grandissimo amante di podcast, un grande ascoltatore di radio e un grande fruitore di contenuti sonori. Durante il lockdown c’è stata un’intensificazione dei momenti di ascolto e mi sembra che le persone, costantemente attaccate a uno schermo, preferiscano sempre più spesso dedicare dei momenti all’ascolto, lasciando spaziare liberamente la vista e concentrandosi su una storia, un’audio-storia o un audio-racconto. Per me è sicuramente così. Io ascolto podcast quando sono in macchina, in casa, mentre svolgo faccende domestiche… Il podcast mi consente di non rimanere bloccato in un luogo e, in una vita piuttosto movimentata come quella che conduco per lavoro, fruire di podcast è un grande vantaggio. Avere la possibilità di ascoltare degli audio invece che rimanere bloccati con la vista in un libro può essere un valore aggiunto in alcune occasioni.

I non turisti nel mio immaginario sono dei gran camminatori, dei gran curiosi, esplorano, guardano quello che succede e si inoltrano in strade che non necessariamente conoscono. Per questo credo che l’utilizzo di Loquis e di podcast per diversificare le modalità di fruizione sia un’ottima possibilità per i nonturisti. Senza considerare il fatto che un libro viene prodotto una volta (salvo ristampe), mentre i podcast possono essere costantemente implementati con nuove storie, come succederà da qui ai prossimi anni.